

MARIA TEA MORELLO – REVÊRIE 15 SETTEMBRE – 22 OTTOBRE 2017
Disegni fotogenici
Sintonizziamoci in un passato molto remoto e mettiamoci nei panni dei prigionieri della grotta di Platone, costretti a osservare solo ombre proiettate fino al punto di credere che queste siano lʼesistenza vera e propria. Riflettiamo sul valore della realtà, della visione e della conoscenza lasciandoci portare piacevolmente da unʼombra ad unʼaltra, in un sogno leggero dove la sfumatura, la morbidezza, lʼindefinitezza delle forme esercitano il loro fascino e lasciano libero sfogo alla nostra immaginazione. E la Fotografia ci aiuta in tutto questo, perché proprio di presa di coscienza della realtà e delle sue forme polimorfi si occupa.
Chi sono queste figure misteriose che proiettano magicamente e silenziosamente le loro silhouettes? Chi si nasconde dietro lʼombra? Una modella? Una geisha intenta a un lavoro non ben definito? Un personaggio estrapolato da un quadro fiammingo? Queste domande si affacciano automaticamente nella nostra mente curiosa e creano un rapporto scambievole e dinamico fra opera e fruitore.
E giacché parliamo di silhouettes, e siamo in campo fotografico, non possiamo non tirare in ballo anche la physionotrace, quella speciale tecnica disegnativa di fine Settecento, che in qualche modo ha una stretta parentela con la fotografia delle origini, che parte proprio dal principio di una “traccia” di luce e di ombra lasciata su una carta dal profilo di una persona.
Il concetto di traccia, di impronta è molto legato alla Fotografia, perché sinonimo di prova testimoniale di un passaggio, di unʼesistenza, ma con una discreta quantità di scarsa definizione, di ambiguità, di dubbio, di incertezza propria dellʼombra. Caratteristiche riscontrabili in questo lavoro che ci dice ma non dice, che ci suggerisce ma lascia incerti in una condizione più stimolante e curiosa di una piatta certezza.
Fotografie come ombre misteriose, legate alle radici stesse della Fotografia arcaica, che non si chiamava ancora così ma veniva definita photogenic drawing, cioè disegno che deriva da una fonte di luce.
Testo di Guido Cecere
La mostra è a cura di Guido Cecere.
La mostra osserverà gli orari di apertura dello spazio due piani.
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