FRANCESCA ZANETTE – SCATTI. SCRITTI. 6 APRILE – 15 MAGGIO 2019

CON L’INCHIOSTRO E CON I PIXEL.

Giovane e interessantissima fotografa, Francesca Zanette ci presenta il suo ultimo lavoro con cui si avventura in un territorio non dico inesplorato, ma certamente poco frequentato e anche piuttosto impegnativo: quello della mescolanza fra linguaggio scritto e linguaggio fotografico, due mezzi espressivi che, per statuto, sono ben distinti e distanti fra loro.
A pensarci bene, però, le due piste non sono poi così estranee, anzi sono quasi parallele. Sono tutte e due sistemi narrativi che nascono dalla mente, dal pensiero dell’artista.
Volendo inquadrarla storicamente, questa sperimentazione nasce sotto l’etichetta di “Narrative Art” verso la metà degli anni Settanta quando per la prima volta artisti/fotografi, soprattutto stranieri, iniziano a produrre opere in cui coesistono fotografie e testi.
A volte questi testi sono di carattere didascalico, a volte invece le due comunicazioni appaiono molto divergenti nei contenuti. Lo spettatore, per la prima volta, è messo di fronte a una nuova condizione: fare uno sforzo per decodificare simultaneamente i due linguaggi ed elaborare, di conseguenza, una sintesi emotiva tutta personale.
Qualcosa del genere era già stata proposta nei collage verbo-visivi, dapprima futuristi e poi dadaisti, dei primi decenni del Novecento, ma quella era un’altra storia perché si concretizzava in un’opera unica, il collage appunto, che aveva tutta un’altra struttura compositiva e quindi un altro sapore, generalmente più sbilanciato sul lato visuale che verbale.
Questo lavoro, invece, ha notevoli caratteristiche di novità e di sperimentalità. Testi e fotografie nascono dalla sensibilità di Francesca che si “innamora” di una luce, di un’inquadratura, di un’atmosfera: la sente, ne sente il richiamo e lì allora scatta l’esigenza di prendere appunti su carta o di buttar giù di getto un’idea, un abbozzo di testo, ma scatta (questa volta è proprio il verbo giusto) anche la Fotografia che ferma e cristallizza quel momento temporale e visivo, un brano di vita.
I due risultati vengono poi elaborati e a noi proposti. E qui ancora una sorpresa: una nuova e speciale modalità espositiva ce li presenta o vicini ma distinti (a noi decidere se prima leggere o prima guardare) oppure anche in parte fisicamente sovrapposti, grazie a una scrittura autografa su vetro, che consente una nuova lettura verbo-visiva veramente entusiasmante.
Non si tratta di tradurre in immagine un brano letterario o viceversa di farsi ispirare da un’immagine fotografica per poi scrivere. Le due suggestioni, ci racconta l’autrice, avvengono in simultanea, questa è la modalità creativa. Si tratta di un’unica opera che a noi viene proposta come intersezione e sovrapposizione fra immagine e parola, in cui la lettura del testo non deve necessariamente essere ininterrotta dall’inizio alla fine, ma può anche andare avanti lasciando gli occhi altalenare dalle righe di testo alla foto e viceversa per ottenere magari un mix sensoriale di nuova qualità, una comunicazione “iconotestuale”.
Potremmo, a volte, anche trovarci di fronte a un improvviso spaesamento, ma è certamente una condizione che ci spinge a una lettura più lenta e più profonda, meno “facile” e meno ovvia, che ci costringe a un’interazione più attiva con l’opera e non ci relega soltanto al ruolo di spettatori passivi.
In fondo non è questo che vogliamo da un artista? Che ci parli, che ci muova, che ci emozioni, e Francesca Zanette sa farlo sia con l’inchiostro sia con i pixel.

Testo di Guido Cecere

Nella serata d’inaugurazione l’autrice verrà presentata dal curatore Guido Cecere.

ORARI APERTURA:
da martedì a sabato 14.30-18.00

Ingresso libero. Opere in vendita.

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Leonardo Fabris

DUE PIANI DI LEONARDO FABRIS
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